coronavirus

Guida semi-seria (più semi che seria) per sopravvivere alla quarantena da coronavirus

Quando è scoppiata l’emergenza coronavirus mi trovavo a Londra per una breve vacanza. A Londra domenica mattina ancora non se ne parlava, ma sui social cominciavano a girare le prime notizie: l’ordinanza del CONI di sospendere eventi sportivi e chiudere palestre e piscine e poi quella del Ministero della salute di chiudere le scuole.

Da lì non riuscivamo a capire bene cosa stesse succedendo in Italia, e in particolar modo in Lombardia, ma poi abbiamo visto le foto dei supermercati presi d’assalto e degli scaffali vuoti e abbiamo cominciato a preoccuparci.

E se dovessero mettere in quarantena la zona dove abitiamo?

E se non ci dovessero permettere di rientrare a casa?

Dove andremo?

E se una volta rientrati, non fosse più possibile uscire di casa?

La cosa cominciava a prendere un po’ troppo la mano e la mia fantasia cominciava a galoppare… anche troppo!

Ipotizzando un mondo in quarantena, dove tutti siamo chiusi nelle case e non possiamo uscire per evitare un contagio di massa, subito mi verrebbe da pensare “chi vorrei ci fosse con me?” e ancora “Come potrei comunicare con chi non è con me?” , “Come posso passare il tempo?” e mille altre domande.

I QUATTRO AMICI CHE VORREI CON ME

Non riesco a pensarmi in quarantena da sola, mi piace immaginarmi in compagnia di alcune figure ideali, oltre ovviamente ai miei cari.

  1. Innanzitutto un AMICO PERSONAL TRAINER (eccomi!): non vorresti qualcuno che ti dia tutte le dritte per rimanere in forma e allenarti in questo periodo in cui non puoi uscire?
  2. UN AMICO CUOCO: io non sono una buongustaia, ma dopo un po’ anch’io mi stuferei di riso in bianco, tonno e gallette. Avere un cuoco che prepari ricette della tradizione con ingredienti di fortuna, mi sembra un’ottima idea. Chi preferisci chef Locatelli o chef Cannavacciuolo?
  3. UN AMICO SIMPATICO: in situazioni del genere c’è bisogno di un simpaticone in grado di sdrammatizzare la situazione. Rimanere in un angolo a piangere non serve a nulla. Cosa ne dici di Claudio Bisio?
  4. UN AMICO MEDICO, perché no?: la sua presenza può essere fondamentale perché, in caso di emergenza, sarebbe l’unico a saper utilizzare un semplice coltello da cucina come bisturi e il filo interdentale come filo di sutura! A chi stavi pensando? Al dottor Sheperd o al dottor Bollore?
I QUATTRO MODI PER COMUNICARE CON CHI NON C'È

Mi piace pensare ad un mondo in isolamento, ma virtualmente connesso in modo da poter comunicare con amici e parenti e poter lavorare e studiare da casa.

  1. SKYPE, WHATSAPP e FACETIME: ti basteranno davvero pochissimi click e, velocità di connessione permettendo, entrerai subito in contatto con gli altri avviando una videochiamata, anche di gruppo e mantenere così tutti i contatti;
  2. SCOPA, BRISCOLA, BURRACO E ALTRI GIOCHI DI CARTE: di siti e applicazioni per giocare con amici o semplicemente con altri utenti ne esistono parecchi, ma Mundigiochi raccoglie un’enorme quantità di giochi di carte (e non solo) e ti segnala quanti giocatori sono online per un particolare gioco, in modo da poter essere sicuri di trovare qualcuno con cui fare una partita. Per partecipare, ti basterà creare un profilo e cliccare “Gioca” sul gioco desiderato;
  3. RISIKO, MONOPOLI e TRIVIAL PURSUIT: se sei un’amante dei giochi da tabellone ecco la versione digitale dei giochi più conosciuti disponibili sulle principali piattaforme come PC, Xbox One, PS4 e Nintendo. Esse utilizzano esattamente le stesse regole della versione cartonata e permettono di giocare contro altri giocatori online. Oltre alle partite singole è possibile anche partecipare a tornei e competere per scalare la classifica;
  4. UNO!: per giocare con i più piccini esiste una versione digitale anche di questo famosissimo gioco di carte disponibile per le principali piattaforme: PC, Xbox One, PS4 e Nintendo. Esiste anche l’applicazione per smartphone e tablet UNO!, sviluppata direttamente da Mattel, che ti permette di giocare gratuitamente online con altri utenti, con tanto di classifiche e regole alternative.
LE TRE COSE PER FAR PASSARE IL TEMPO

Se ci trovassimo veramente in quarantena, senza poter uscire di casa, potrebbe essere l’occasione giusta per fare quelle cose che rimandiamo sempre come ad esempio:

  1. GUARDARE FILM: questa potrebbe essere l’occasione giusta per goderci qualche bel film. Sceglieresti qualcosa di leggero che ti possa far dimenticare la drammatica situazione in cui siamo o, al contrario, qualche disaster movie che ti possa dare qualche dritta per sopravvivere? Nel primo caso potresti scegliere film romantici come “Pretty Woman”, “Ghost” oppure il classicissimo “Via col Vento”; nel secondo caso, film come “Io sono leggenda”, “World War Z” o il classico “Virus Letale”. Oppure potresti dedicarti a qualche saga come “Il Padrino”, “Matrix”, “Alien”, “Il Signore degli Anelli” e chi più ne ha più ne metta;
  2. LEGGERE LIBRI: anche in questo caso ce n’è proprio per tutti i gusti. Potresti, se ancora non l’hai fatto, leggerti la quadrilogia di Elena Ferrante oppure rispolverare qualche classico come “Il Piccolo Principe” o “Anna Karenina” oppure, per rimanere in tema, “L’amore ai tempi del colera”di Garcia Marquez;
  3. IMBRUTTIRSI DI SERIE TV: per stare, come si suol dire, sul pezzo io direi di cominciare con “Chernobyl”, miniserie della HBO e continuare con “The Walking Dead” che puoi trovare entrambe su SKY on demand. Se vuoi vedere qualcosa di più divertente ti consiglio “Lucifer” disponibile su Netflix. Se invece vuoi qualcosa di più esilarante (almeno le prime due serie), sempre su Netflix puoi trovare “Jane the Virgin”. Oppure perché non rivedere la bellissima “Casa di Carta”?
AD UNA SETTIMANA DAL PRIMO CONTAGIO

Siamo tornati da Londra martedì sera tardi e non sapevamo cosa ci avrebbe atteso.

Sul volo di ritorno mi chiedevo cosa sarebbe successo una volta a casa, come avremmo affrontato questa prima settimana di divieti e luoghi proibiti.

Immaginavo mi attendessero strade vuote, negozi chiusi, addirittura l’incontro con qualche zombie con la mascherina sulla faccia.

Invece no, per fortuna. Sono andata a fare un po’ di spesa ed era tutto regolare. Sono andata a fare una camminata nel parco ed era pieno di gente. Nonostante fossero le tre di un pomeriggio infrasettimanale, il parco era pieno: gente sdraiata sul prato, gente che camminava e correva, intere famiglie riunite dalle vacanze forzate, biciclette e tanti ragazzi con le divise delle varie società sportive che correvano e si allenavano all’aperto, visto che le palestre sono chiuse e gli allenamenti regolari sospesi. Oggi mia figlia, che gioca a volley, si è incontrate con le sue compagne in un campetto attrezzato di rete e si sono allenate e c’erano altri ragazzi che giocavano a calcio e si allenavano.

Mentre scrivo siamo ad una settimana dal primo contagio in Italia e tutto quello che avevo fantasticato, per fortuna non si è realizzato.

Ancora non sappiamo se la prossima settimana tutto tornerà alla normalità, le scuole riapriranno e io, insieme a tante altre persone, potremo tornare a lavorare.

Intanto godiamoci queste giornate un po’ surreali. Il lato positivo è che, fra isolamento forzato e smart working, in molti abbiamo ritrovato il tempo per fare quello che di solito non riusciamo a fare: una telefonata ad un amico, una passeggiata nel parco, un pranzo a tavola con i nostri figli.

Vorrei concludere riportando la lettera scritta da Domenico Squillace, il preside del liceo Volta di Milano: “Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è guardare i nostri simili come una minaccia. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo la medicina moderna. Usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero. Vi aspetto presto a scuola”.

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