Le intolleranze alimentari: qual è la verità?

L’argomento che sto per affrontare è un argomento molto spinoso, che genera pareri discordanti.

Sono stata tentata di passare oltre, poi ho pensato di scriverlo comunque, usando semplicemente il buon senso.

Spesso sento amiche, conoscenti e allieve che mi dicono essere state da dietologi e nutrizionisti che hanno trovato in loro delle intolleranze alimentari e intraprendono così una dieta in cui vengono eliminati tutti gli alimenti ritenuti causa di tale intolleranza. Io, senza saperne troppo, sono sempre stata un po’ scettica al riguardo.

Questa teoria mi lascia un po’ perplessa e ti spiego perché. Spesso da questi discorsi si evince la credenza che un certo alimento possa essere la causa della difficoltà a dimagrire e, sulla base di esami che purtroppo non trovano alcun riscontro scientifico, vengono prescritte diete prive di quel o quegli alimenti. Queste diete sono assolutamente sbilanciate e, a lungo andare, possono causare carenze alimentari.

Eppure mi sembra che “la moda” sia molto in auge: due terzi circa degli italiani che vanno dal medico per dimagrire, confessano di aver provato almeno una volta qualche test di intolleranza. Sembra che nel 90% dei casi la risposta sia positiva e in genere si risulta intolleranti a latticini, frumento, zucchero, pomodoro, lievito, uovo e additivi.

Non ti sembra strana questa cosa?

IL MIGLIOR TEST PER LE INTOLLERANZE? PROVA AD USARE IL CERVELLO

Spesso si sentono frasi di questo tipo: “Non riesco a dimagrire, devo essere intollerante a qualcosa” oppure “Ho sempre lo stomaco o l’intestino gonfio, sarò intollerante a qualcosa?” e spesso, purtroppo, incontro persone in cerca della solita formula magica miracolosa che risolva tutti i loro problemi e lì faccia dimagrire.

Se ci pensi, gli alimenti che risultano essere maggiormente causa di intolleranze, sono anche quelli che si trovano alla base della nostra dieta quotidiana.

Negli anni passati consumavamo numerose varietà di cibi, c’era minor ripetitività e sovraccarico da un singolo alimento. Ai giorni nostri, invece, capita di nutrirci anche tutti i giorni di grandi quantità degli stessi alimenti.

Non potrebbe essere questo a creare degli stati più o meno infiammatori nel nostro organismo?

PRIMA COSA: DISTINGUERE ALLERGIE E INTOLLERANZE

Allergie alimentari

L’allergia alimentare è una vera e propria malattia con precise caratteristiche che riguarda persone geneticamente predisposte.

La sua diagnosi prevede esami del sangue e test cutanei, come Patch Test, Rast e Prick Test. L’allergia alimentare è una reazione del sistema immunitario nei confronti di un alimento normalmente assunto senza problemi dalla maggior parte delle persone, che provoca effetti nocivi sulla salute.

L’allergia sì manifesta in tempi relativamente brevi, da pochi minuti a massimo due ore, con manifestazioni fisiche immediate e anche violente (fino a portare in alcuni casi a shock anafilattico) e i sintomi sono tanto più gravi quanto più in fretta insorgono.

I sintomi si manifestano in modo violento e sono di tipo cutaneo e/o respiratorio e le persone che soffrono di allergia possono presentare una reazione avversa, anche entrando in contatto con una piccola quantità dell’allergene.

Intolleranza alimentare 

L’intolleranza alimentare non coinvolge il sistema immunitario ed è causata da un alimento, o da un suo componente, e non ha mai conseguenze immediate.

L’ intolleranza alimentare è una reazione lenta, subdola e progressiva dell’intestino che non tollera l’ingestione massiccia di determinati cibi e si manifesta gradualmente e non in modo violento ed è sempre associata alla quantità ingerita.

I sintomi sono soprattuto problemi gastrointestinali, dermatologici o respiratori e non si manifestano subito dopo l’assunzione del cibo, ma col tempo.

Al contrario delle persone che hanno un’allergia, coloro che soffrono di intolleranza possono, in genere, consumare piccole quantità degli alimenti nocivi senza manifestare particolari disturbi.

I CIBI COMUNI CHE POSSONO CAUSARE INTOLLERANZE

Possiamo quindi dire che le intolleranze nascono da un consumo eccessivo di determinati cibi verso i quali si è sviluppata una vera e propria dipendenza psicofisica.

Se anche per te è così, come primo rimedio ti consiglio di evitare di mangiare gli stessi cibi tutti i giorni e, come dico sempre, avere un alimentazione sana e il più possibile variegata.

Ricorda che qualsiasi alimento, consumato spesso e in dosi massicce, può risultare “intollerante”, soprattutto se sei in un periodo particolarmente stressante o dopo una malattia, situazioni che affaticano sia l’intestino che le difese immunitarie.

La maggior parte delle volte sovrappeso, obesità e disturbi gastrici come gonfiore addominale e difficoltà nel digerire, non dipendono da intolleranze alimentari, ma da uno stile di vita inadeguato.

OBESITÀ E INTOLLERANZE

Le vere intolleranze sono responsabili di disturbi gastrointestinali o di altro tipo, non dell’aumento di peso.

È anche vero, comunque, che esistono dei cibi che, se assunti in maniera eccessiva, causano maggiormente delle intolleranze.
Ecco quali sono:

• Grano. Attenzione: essere intollerante al grano non significa essere celiaci, cioè intolleranti al glutine (la proteina contenuta nel grano). Chi è intollerante al grano non soffre a causa del glutine, ma perché intollerante a tutte le componenti di questo cereale.

Lattosio e latticini. Questa intolleranza si manifesta quando l’intestino è incapace di assorbire questo zucchero complesso che si trova nel latte.

Lieviti. I lieviti di birra usati per consentire ai prodotti a base di farina di inglobare aria e di diventare soffici, spesso vengono mal assorbiti dall’intestino che, non metabolizzandone i principi nutritivi, tende a gonfiarsi.

Frutta secca e Soia. Questi alimenti possono rilasciare a livello intestinale sostanze che col tempo irritano la mucosa digestiva e provocano fenomeni di malassorbimento e la secrezione di una sostanza irritante, l’istamina.

I sintomi che potresti avere, se sei intollerante a questi cibi, sono gonfiore addominale, disturbi gastrici, difficoltà digestive, eruzioni cutanee, dolori addominali, meteorismo e coliti.

Basterà eliminarli per qualche mese, ma ti consiglio di rivolgerti al tuo medico che sostituirà i cibi responsabili del disturbo con altri in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali del tuo organismo.

Dopo il periodo di astinenza, potrai provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta e vedrai che i sintomi non compariranno più.

CONCLUSIONI

Finisco dicendo che il 20% della popolazione generale ritiene di essere affetto da un’allergia o da un’intolleranza alimentare, ma quando viene sottoposta ad un test scientificamente riconosciuto, solo ad un decimo di questi soggetti viene confermata una reazione avversa al cibo sospettato.

Questo mi lascia perplessa e spero lasci perplessa anche te. All’inizio dell’articolo ho detto che avrei usato il buon senso e così mi sembra di aver fatto, senza dare giudizi.

Non ho mai fatto test per rilevare qualche intolleranza e credo che mai ne farò, né andrò alla ricerca di “miracolose pozioni”, ma continuerò come ho sempre fatto: seguire una dieta più varia possibile, senza eccedere in nessun cibo ed evitando il più possibile quelli industriali e raffinati.

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Le indicazioni di questo articolo hanno scopo ESCLUSIVAMENTE informativo e non intendono sostituire il parere di figure professionali come, ad esempio, il medico e/o il farmacista. Le informazioni riportate non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente.

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